martedì 10 novembre 2009

questa storia, non sarà la solita storia, di quelle che ti tengono il cervello in sospeso, col puntino rosso, come gli elettrodomestici in standbay.
cercherò di superare l'aneddoto, noioso e qualunquista, insomma non 2 cartelle per la rivista dal dentista.
non che io sia mai stato un assiduo lettore di quelle-riviste...ogni tanto...neanche del dentista, dico, assiduo frequentatore, mai!
in genere seduto sulle poltrone in sala d'aspetto io conto maniacale e perverso ogni piastrella, inizio generalmente a contarle in decine, poi se al fondo in un angolo non c'è una piastrella intera, ma come spesso accade un ritaglio, di quelli che fanno cristonare l'artigiano,torno indietro e le conto a due a due o a cinque o a tre....dipende da quanto devo aspettare.alla fine cancello il numero e provo a fare il conto di quante piastrelle realmente siano occorse all'operaio per finire il suo lavoro.
in genere quando tutto ciò assume un senso, cioè quando finalmente si è vicini a scoprire quante piastrelle realmente sono occorse, il dentista chiama....su quella orrida poltrona dolorifica, con quel puzzo di disinfettante e denti marci e sangue bruciato dalle frese...odio i denti.
possiamo quindi dire che stare in una sala d'aspetto dal dentista sia metafora di vita.o no?

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