questa storia, non sarà la solita storia, di quelle che ti tengono il cervello in sospeso, col puntino rosso, come gli elettrodomestici in standbay.
cercherò di superare l'aneddoto, noioso e qualunquista, insomma non 2 cartelle per la rivista dal dentista.
non che io sia mai stato un assiduo lettore di quelle-riviste...ogni tanto...neanche del dentista, dico, assiduo frequentatore, mai!
in genere seduto sulle poltrone in sala d'aspetto io conto maniacale e perverso ogni piastrella, inizio generalmente a contarle in decine, poi se al fondo in un angolo non c'è una piastrella intera, ma come spesso accade un ritaglio, di quelli che fanno cristonare l'artigiano,torno indietro e le conto a due a due o a cinque o a tre....dipende da quanto devo aspettare.alla fine cancello il numero e provo a fare il conto di quante piastrelle realmente siano occorse all'operaio per finire il suo lavoro.
in genere quando tutto ciò assume un senso, cioè quando finalmente si è vicini a scoprire quante piastrelle realmente sono occorse, il dentista chiama....su quella orrida poltrona dolorifica, con quel puzzo di disinfettante e denti marci e sangue bruciato dalle frese...odio i denti.
possiamo quindi dire che stare in una sala d'aspetto dal dentista sia metafora di vita.o no?
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